Cannone da 76/40 R.M.

Fu il piccolo calibro maggiormente diffuso a bordo delle unità leggere , sussidiarie e ausiliarie italiane durante il conflitto.

Si trattava nella totalità di armi progettate e costruite durante la prima guerra mondiale per l'impiego antiaereo e per quello antinave.

La massima parte dei 76 mm. in servizio durante la seconda guerra mondiale erano lunghi 40 calibri ed appartenevano ai modelli Armstrong 1916 e 1917 a.n. e Ansaldo 1916 e 1917 a.n. e a.a.  

I due modelli, differivano soprattutto per il tipo dl affusto, a piedistallo nel primo e a piattaforma nel secondo.

Quest’ ultimo era stato derivato dal modello Armstrong 1914 lungo 30 calibri, dl cui nel 1940 ne risultavano ancora in servizio alcuni esemplari.

La quasi totalità dei i cannoni in servizio nel secondo conflitto mondiale era dl produzione Ansaldo che negli anni tra  1914 e il 1919 ne costruì su licenza o su proprio progetto, una notevole quantità.

Nel complesso si trattava di armi semplici e di sicuro affidamento anche se di prestazioni non più adeguate ai tempi soprattutto nell'impiego antiaereo esse risultarono di scarsa utilità per la scarsa gittata (quota massima raggiungibile: 6.000 mt.) per l'insufficiente potenza dei proiettili relativa­mente all'esiguità dei calibro e per le limitate possibilità di impiego nel tiro puntato.

Caratteristiche tecniche

 

Note. Mod. 1897 dell'Ansaldo (esistevano anche 76/40 S 1913 e A 1918)

Costruzione: Acciaio con uno strato di cerchi

Lunghezza: 40 calibri Rigatura. Progressiva a destra (16 righe).

Tiro: Vim.690 ms / Cm. 7900 m.

Cariche di lancio:Cartoccio a proietto. Polvere C2

o balistite in un bossolo di ottone di forma tronco conica più corto del 76/45

Ritmo di fuoco: 12 colpi al minuto

Munizioni

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